Trieste (TS)
Ridotta dal Trattato di Pace di Parigi (10 nov. 1947) ad una esigua striscia di territorio, calcareo e marmosoarenario, la più piccola provincia italiana si affaccia con la sua costa alta sul mare Adriatico che la lambisce dalle foci del Timavo fino a poco oltre Punta Sottile.
Il confine con
la Iugoslavia corre lungo il Carso triestino, a poca distanza dai paesi situati sull’altopiano ed a non più di dieci chilometri dal mare.
Il clima, dolce sulla costa, diviene molto rigido lungo l’orlo alto del Carso che #d’inverno viene investito dalle correnti gelide del nord e dalla bora, il vento impetuoso che talvolta raggiunge anche Trieste paralizzandone la vita.
Il carsismo che caratterizza la zona offre spettacoli grandiosi come
la VaI Rosandra , la famosa Grotta Gigante presso Monrupino, e le grotte di Prepotto, Sgonico, Pocale, Moccò. Molti boschi e pascoli ricoprono il territorio ma pochi sono i terreni coltivabili che vengono tenuti a frutteto, a vigneto ed a oliveto, oppure coltivati a frumento. La popolazione é occupata nelle attività peschereccie e portuali. L’industria é presente con importanti cantieri navali e con stabilimenti meccanici, chimici, tessili e alimentari. Notevole è il volume del commercio, specialmente con l’estero.
Oltre al comune di Trieste la provincia comprende quelli di Duino-Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo del
la Valle e Sgonico.
Grande è il richiamo turistico esercitato dal capoluogo e dalle località limitrofe come Muggia ed il Castello di Miramare per il grande interesse storico ed artistico che rivestono.
Le produzioni orafe di Trieste, pur esprimendosi a volte con impennate ultramoderne, rivelano nel gusto della linea creativa la memoria delle culture che nel corso dei secoli hanno influenzato questo tipo di lavorazione.
Gli oggetti vengono prodotti con tecniche molto avanzate ma le forme si rifanno spesso ai modelli dei monili classici e barbarici.
#A Trieste e nelle zone carsiche si lavora il ferro battuto ancora alla maniera tradizionale, cioè a caldo, con la forgia a carbone, l’incudine e il martello, e senza saIdature, e si producono così lampadari, alari ed accessori per il caminetto, candelieri, testiere per i letti, cancelli ed inferriate, maniglie, lanterne da giardino, insegne e chiavistelli.
In modo ugualmente tradizionale vengono lavorati gli altri metalli, sia allo stato naturale che in lega, per modellare oggetti in rame, bronzo, peltro ed ottone, che si rifanno nelle forme alla tradizione popolare.
Il legno è molto adoperato in tutto il Carso triestino, e nella stessa Trieste, per la produzione di mobili e per modellare oggetti ornamentali scolpiti che rivelano, anche nelle forme più moderne, la lunga tradizione dalla quale derivano. Oltre ai pannelli decorativi ed alle piccole statue, dai laboratori triestini provengono interessanti marionette ed una serie di insetti, come coleotteri, maggiolini, coccinelle o cavallette, realizzati di dimensioni notevolmente superiori agli originali.
I tipi di legno più usati sono il pino, il castagno, il ciliegio, il tiglio, il sandalo ed il cipresso. A Trieste sono inoltre attivi valenti restauratori. Top
AL VIA IL GIRO D’ITALIA 2014

Leggi tutto»
Calici di stelle

Leggi tutto»